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Vietato vietare il gioco!

Arciragazzi

Vietato vietare il gioco!

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Il Gioco è un Diritto: affermiamolo concretamente restituendo le vie e le piazze ai bambini.
Arciragazzi lancia l'iniziativa Vietato Vietare il Gioco.


I bambini e i ragazzi, giocando, sperimentano se stessi, le loro potenzialità, imparano a vivere insieme, a gestire i conflitti e trovare soluzioni; il “divertimento”, che trova la sua radice nel “divergere”, nel fare in modo diverso, li accompagna nel percorso di ricerca delle soluzioni, di invenzione e re-invenzione di se stessi, nel pensarsi in modo diverso e quindi nel migliorarsi. “Giocare è il lavoro dei bambini”, questo ci insegna la pedagogia. Più recentemente, gli studi scientifici sullo sviluppo di tutti i bambini confermano che le attività come il gioco stimolano la nascita e lo sviluppo delle competenze, delle abilità, la capacità di realizzare i propri desideri in contesti regolati, mai casuali. Il gioco è libertà, non tanto perché “non ha regole”, ma perché ogni gioco ha le sue regole e ci si può mettere d’accordo sul “cambiare gioco”. L’atto stesso del giocare è un atto di libertà e lo dimostra il fatto che ogni dittatura proibisce il gioco libero. Inoltre, come tutti sappiamo, il gioco è essenziale anche per una sana vita adulta, perché è evasione non caotica ma anche possibilità di “reinventarsi” (e anche gli adulti lo fanno, ne hanno bisogno). Dal 1991, anno in cui l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il gioco è anche un diritto di tutti i minorenni; è una legge del nostro Stato che lo dice.
E invece noi costringiamo i nostri bimbi a giocare a casa, spesso soli, oppure riempiamo le loro agende di mille appuntamenti in cui “devono” arrivare a obiettivi prefissati, senza lasciare il tempo libero per inventarsi. Questo è sbagliato, è profondamente sbagliato.
Dobbiamo iniziare a cambiare direzioni. Un modo possibile è riportare il diritto al gioco nel dibattito pubblico e un’occasione è a portata di mano. I cartelli del Divieto al Gioco nelle nostre Vie, Piazze, nei nostri condomini. Frutto di Regolamenti vecchi, di una idea strabica e miope sulla “quiete urbana”, questi cartelli sanciscono la segregazione dei bambini, il nostro (degli adulti) intento di non considerarli cittadini che hanno posto come noi, con le loro istanze, nelle nostre città.
Cominciamo quindi a cambiare questi Regolamenti, cominciamo a segnalare queste vecchie e brutte idee, rico minciamo a considerare i bambini e i ragazzi (ma, in fondo, anche noi adulti) parte della nostra comunità.

Attiviamoci per segnalare la necessità e la possibilità di cambiare i Regolamenti comunali che vietano il gioco, come hanno (ben) fatto le città di Torino, Milano, Roma, Genova (e tante altre, ma ancora troppo poche).
E intanto, inviate le vostre foto dei cartelli sul divieto al gioco, da quelli più semplici a quelli più fantasiosamente crudeli e curiosi, a Repubblica, che da oggi 23 Novembre 2016 ha lanciato la possibilità di raccoglierle (via email all’indirizzo fotolettori@repubblica.it).
Scaricaquiil comunicato completo.

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